Castelli Calabresi


ELENCO GENERALE

1) Le Castella

2) Castello di Roseto

3) Castello Carafa

4) Castello della Valle

5) Castello Ruffo di Scilla

6) Castello ducale di Corigliano

7) Castello Murat

8) Castello Normanno-Svevo di Cosenza

9) Castello Carlo V

10) Castello Aragonese di Reggio Calabria

11) Castello Ruffo di Nicotera

12) Castello Svevo di Rocca Imperiale

13) Castello di Caccuri

14) Castello Normanno-Svevo di Vibo Valentia

15) Castello Aragonese di Castovillari

16) Castello Normanno di Stilo

17) Castello di Belvedere marittimo

18) Regio Castello di Amantea

19) Castello di Squillace

20) Castello Normanno di Amendolara

21) Castello Galluppi

22) Castello di Serragiumenta

23) Castello di Gioiosa

24) Castello Gallelli di Badolato

25) Castello di San Mauro

Castello Normanno-Svevo di Vibo Valentia



Si staglia maestoso sulla collina dove era situata l’acropoli dell’antica Hipponion e domina, con la sua forma di nave, la città di Vibo Valentia e la bassa valle del Mesima. Edificato tra il 1070 ed il 1074 d.C. per volere di Ruggero il Normanno, che in questi lidi aveva condotto e accampato il suo esercito, il maniero era probabilmente una semplice fortificazione, costituita da una sola torre triangolare al centro di altre tre torri circolari. Nonostante i forti rimaneggiamenti ricevuti, il castello di Vibo Valentia conserva l’impianto normanno. Il castello fu ampliato ed in parte rifatto in epoca sveva da Matteo Marcofaba, governatore della Calabria incaricato da Federico II di ripopolare il borgo. A questo periodo risale certamente la torre poligonale, all’angolo nord-est del complesso, costruita in conci ben squadrati, dalle notevoli dimensioni e dalla disposizione ordinata, tecnica riscontrabile in altri castelli coevi, della Puglia soprattutto. Altre aggiunte e modifiche furono eseguite per volere dagli angioini, che dal 1277 vi insediarono una guarigione militare stabile. Quasi nulla si intravede dei restauri eseguiti dagli aragonesi, anche se un documento del 1494 a firma di Carlo d’Aragona menziona rifacimenti consistenti dell’impianto difensivo. Il castello di Vibo Valentia perse la sua funzione difensiva, divenendo residenza nobiliare sotto Ettore Pignatelli nel 1501, avendo egli acquisito dagli spagnoli il privilegio di modificarlo a suo piacimento. Nei quasi tre secoli della loro signoria, i Pignatelli fecero modificare l’ingresso sud, con una doppia porta con caditoia. Fu realizzato il portale occidentale, sormontato da una lapide in marmo recante lo stemma di famiglia. I primi seri danni all’edificio furono causati dal terremoto del 1659, ma dopo il devastante sisma del 1783, l’unico ambiente rimasto ancora integro fu la torre poligonale. Venne infatti abbattuto il secondo piano poichè pericolante. Abbandonato definitivamente dalla famiglia Pignatelli, il castello di Vibo Valentia, divenne carcere dopo qualche restauro effettuato dai Borboni, e perciò assalito ed ancora danneggiato durante la sommossa popolare del 1858. Successivi interventi lo hanno trasformato in caserma. Il lento recupero del castello di Vibo Valentia, tra i rari castelli di Calabria che presentano evidenti contaminazioni angioine, inizia negli anni ’70. Oggi il castello è sede del Museo Archeologico di Vibo Valentia, che conserva dei reperti provenienti dall’antica Hipponion e dal territorio circostante, nonchè degli uffici provinciali della Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.



















Utilizziamo i cookie per garantire la migliore esperienza sul nostro sito Web. Per saperne di più, vai alla pagina sulla privacy.
x
.......................